Nacque il 30 settembre 1964 la nostra Sezione, o per meglio dire il nostro Gruppo di Radioamatori, perche’ allora, dato l’esiguo numero di iscritti, lo statuto dell’ A.R.I. non prevedeva  la costituzione di una Sezione. Cio’ si rese possibile soltanto qualche anno dopo e, da allora, il radiantismo in Penisola, ha avuto sempre un lento ma continuo incremento di aderenti e simpatizzanti.

Fu quindi una sera d’autunno di circa quarant’anni fa, che attorno ad un tavolo di un accogliente ristorante sorrentino, un piccolo nucleo di amici, tutti accomunati nella passione per l’elettronica e la sperimentazione, decisero di reggersi autonomamente, anche per le difficolta’ oggettive, data la lontananza, di poter partecipare attivamente alla vita associativa napoletana.

 Li possiamo vedere qui ritratti, in un’immagine dell’epoca. Da sinistra, in primo piano, sono: i8 FIE, Antonino Fienga; i8 KMD, Adolfo Acampora; i8 GAF, Franco Gargiulo e, nella fila piu’ in alto: I8 KDY, Sandro De Turris; i8 KZK, Raffaele Trapani e, i8 KGS, Sandro Gargiulo. Manca i8 KRT, Nicola Pane, sempre molto impegnato e un tantino schivo a partecipare a pubblici conviti. Si stilo’ quella sera il primo verbale e alla guida del piccolo sodalizio fu chiamato i8KZK, mentre la segreteria fu affidata a i8 KDY.

Era quella ancora un’ epoca in cui la maggior parte dei Radioamatori autocostruiva quasi tutte le apparecchiature o, almeno, il trasmettitore e le antenne; delle trasmissioni in A.M.; dell’uso delle valvole e dell’ instabile VFO della Geloso, che in gergo veniva detta la “Nota Casa”; dell’ uso della famosa 807 nello stadio finale, modulata di placca e griglia schermo da un P.P. di altre due 807; e delle vecchie telescriventi meccaniche acquistate come rottami nei mercatini surplus e adattate ad uso radioamatoriale, talmente rumorose da essere scherzosamente dette “trebbiatrici”. I componenti elettronici non sempre erano di facile reperibilita’ e bisognava, il piu’ delle volte, ricorrere a materiale di recupero o, armarsi di buona volonta’ e fantasia e autocostruire anche quelli, ricorrendo all’uso di oggetti tra i piu’ disparati, come l’ utilizzo di tubi per l’ acqua, per la costruzione delle antenne. L’ SSB cominciava solo allora, piano piano, a diffondersi, con l’ impiego di trasmettitori a sfasamento e l’uso del P. C. non era neppure immaginabile. Eppure, con pochi semplici mezzi, si riuscivano ad ottenere risultati notevoli e a tenersi in contatto con O. M. di tutto il mondo.

Quello che e’ stato dopo e’ cronaca. Questo periodo, invece, anche se non lontanissimo, pare quasi una fantasiosa  leggenda…

By I8FIE Tonino Fienga, 2004